Dall'8 Maggio, e fino al 20 Settembre, si sta svolgendo a Stavelot (vicino a Bruxelles), in un principesco palazzo, una mostra sulle "Automobili dei Fumetti" con modelli reali ispirati alle automobili più note dei personaggi del fumetto franco-belga (Michel Vaillant, TinTin ecc). Manifestazioni che ci fanno sbavare d'invidia.
Non credo di poterci andare, ma ne approfitto comunque per fare una breve considerazione.
Che l'automobile sia stata l'icona del XX Secolo è indubbio, e anche i fumetti ne hanno reso testimonianza.
Che l'automobile sia stata l'icona del XX Secolo è indubbio, e anche i fumetti ne hanno reso testimonianza.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi dei quadri futuristi, esaltazioni furiose e anche un pò infantili degli ideali di progresso, dinamismo e velocità.
I fumetti hanno mostrato, impietosamente, quello che l'automobile è stata davvero per l'uomo negli ultimi 100 anni: il simbolo della sua condizione sociale, del suo rapporto con l'esistenza: la sua vera e propria estensione dell'identità.
La Batmobile si è modificata più volte nel corso degli anni, ma è sempre rimasta identica al suo proprietario. E' cambiata con lui e ne è sempre stata il riflesso speculare. E Batman continua ad affidarsi ad essa, sua protettrice, sua corazza, suo prolungamento. Batman non ha superpoteri; la Batmobile è una super-macchina che completa l'uomo e collabora ad elevarlo allo status di super-uomo. Indistruttibile - o, se distrutta, sostituita con una migliore - è compartecipe al mito dell'immortalità. Lo stesso ragionamento vale per la Jaguar di Diabolik: la modernità, la velocità, il movimento sono solo elementi aggiuntivi e complementari, ma non caratterizzanti. La macchina si definisce grazie al personaggio, e viceversa.
Se non sei un super-eroe, non hai una super-macchina. Se non sei ricco, non hai una Rolls Royce. Ma l'automobile che hai è comunque l'immagine di quello che rappresenti nella società e, alla fine, di quello che sei.
Anche la 313, utilitaria e sgangherata, mostra tutta la condizione esistenziale di Paperino, e spesso partecipa, con le espressioni del suo muso, agli umori e ai sentimenti del personaggio.
Lo spirito libero, problematico e anticonformista di Dylan Dog lo ritroviamo immutato nel suo Maggiolone Cabriolet, un'auto dall forma così diversa dalle altre, così scomoda e rumorosa, tanto amata dai figli dei fiori (e che in più è bianca: in contrapposizione, cioè, alle forze nere dell'incubo che l'indagatore combatte ogni mese).
Insomma, ecco cos'è stata la macchina per noi nel secolo passato: i fumetti hanno dipinto un quadro che impressiona per la sua nitidezza.
E oggi? Problematiche nuove (e vecchie) come l'inquinamento, lo spazio mancante, l'ineconomicità, i poteri forti, gli interessi, l'energia ci stanno facendo capire che non può essere più accettata questa situazione di simbiosi totale.
Mi piacerebbe leggere un fumetto che affronta l'argomento da queste angolature. Ancora non l'ho trovato, ma forse non ho cercato abbastanza.
Ciao! Ti ricordo a questo proposito "Gli Antenati".
RispondiEliminaCon la loro macchina "A pedalate" chi più amico della natura di loro? :)
Complimenti per il Blog e salutoni.
Raf
Vero! L'ho sempre detto che Hanna & Barbera sono dei pazzi visionari. :-)
RispondiEliminaGrazie per i complimenti!
Federico
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