mercoledì 18 novembre 2009

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La codificazione legale del capolavoro

Com'è noto, per visitare l'intero Louvre ci vogliono ore e ore. Però per fortuna ci sono le indicazioni che portano direttamente alla Gioconda. Dopo aver respirato l'aria così squisitamente artistica della stanza della Monna Lisa, il visitatore può senza indugio uscire dal Museo con la certezza di aver visto almeno la cosa più importante, e di aver sfruttato al meglio il tempo a sua disposizione. Tanto, in realtà, non avrebbe neanche riconosciuto il 98% delle altre opere e, proprio per questo, non sarebbe stato in grado di apprezzarle.



La Gioconda invece è bellissima, giusto? Ma se dovessimo spiegare (efficacemente) perché la Gioconda è bella, non saremmo poi tanto bravi a farlo. Ci piace perché riposiamo sulla codificazione legale del capolavoro. Ciò che è universalmente riconosciuto come capolavoro, diventa automaticamente bello ai nostri occhi (o, se vogliamo fare i sofisticati, diciamo che "non ci piace ma ne riconosciamo il valore"). Non siamo spesso in grado di argomentare un giudizio e la codificazione legale del capolavoro viene in nostro aiuto. Un quadro impressionista ci piace di più di uno astratto, perché, essendo figurativo, ci sembra di capirlo meglio, di avere delle chiavi, ma alla fine se ci chiedono perché è bello un Monet, sappiamo davvero rispondere in maniera convincente?

Il capolavoro è un oggetto sdoganato, istituzionalizzato. La Guernica di Picasso oggi è molto più bella di quando è stata dipinta; Necron di Magnus non è più un fumettaccio erotico tra i tanti; gli autori della rivista Cannibale non sono più tanto trasgressivi.

Il capolavoro è un oggetto reificato. Cristallizzato. Ci semplifica la vita perché imposta una scala, una gerarchia. Ci permette di fissare dei punti e tracciare una linea evolutiva delle cose.


Ma se nella pittura si concepisce un discorso evolutivo più o meno lineare e storicamente ripercorribile, e ci sono delle logiche, degli sviluppi, nel fumetto tutto è molto più legato ad individualità, a percorsi solitari. E allora chi mi spiega cos'ha una donnina di Manara in più rispetto ad una donnina di qualcun altro, o un cavallo di Milazzo rispetto ad un cavallo di qualcun altro?

Forse è per questo che ho sempre preferito il fumetto seriale a quello d'autore: il non dover fare sempre i conti con la codificazione legale del capolavoro, che mi pone dei quesiti a cui non so rispondere. Perché so che non è una "questione di gusti", ci dev'essere davvero qualcosa, ma nella mia ignoranza riesco solo a dire "questo mi piace, questo no".

Perché poi, se il museo lo visiti tutto, trovi delle cose niente male, a volte anche meglio della Gioconda (ma, se lo sono davvero, non chiedetemi perché).

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