domenica 14 febbraio 2010

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Dalla parte dei nazisti (1 di 2)

Volevo scrivere un post di San Valentino, tanto per far vedere che anche se stiamo qui a parlare di fumetti d'antiquariato non viviamo proprio su un altro pianeta,  ma non ho ritrovato alcune cose che desideravo mostrare (forse le ho lasciate nella libreria... in quell'altro pianeta). Se non si può parlare d'amore allora parliamo di guerra, per la gioia di Hessa:


disegno di Nevio Zeccara

A proposito di Hessa e di San Valentino, è proprio di questi giorni la notizia che al Museo di Lucca, negli ultimi mesi dell'anno, si terrà la Mostra Peace and Love - No War (da AfNews: "Il contrasto fra fumetto di guerra e fumetto erotico: due grandi generi del comics italiano che negli anni ‘50,’60,’70 hanno furoreggiato fra gli appassionati lettori. Un fenomeno sociale e di costume che ha fatto epoca [...]"). In onore di questa interessante iniziativa, potremmo anche buttare giù, uno di questi giorni,  una cronologia di collane che sono allo stesso tempo di guerra ed erotiche. Ce ne sono un po', aiutatemi: quali vi vengono in mente?

E sempre a proposito di Hessa, stavolta spendiamo due parole sui fumetti "nazisti".

Hessa n.2 - Novembre 1970
Hessa è l'eccezione ad una regola molto chiara del fumetto italiano: che siano storie ambientate sul Pacifico, in Africa o in Italia,  che siano storie di cielo, di terra o di mare, quando si parla di Seconda Guerra Mondiale il punto di vista è sempre quello degli Alleati. Mentre nel western, anche prima del revisionismo, ogni tanto c’è stata qualche collana “dalla parte degli indiani” (alla faccia di John Ford), nei fumetti di guerra il tabù del punto di vista è sempre stato insormontabile. Del resto, il conflitto del '39-'45 ci ha riguardato molto più da vicino e gli orrori nazisti non potevano e non potranno mai venire condivisi, nemmeno nel racconto popolare. (Per non dire, poi, che molte di queste storie venivano prodotte nel Regno Unito, patria dell'orgoglio nazionale...)

Una delle tante celebrazioni: "La Battaglia di Midway" disegnata da Jordi Bernet (1965)
Inoltre, negli anni in cui la maggior parte di queste testate usciva, e cioè a cavallo tra i '60 e i '70, risuonava ancora l'eco della crociata contro i fumetti neri, e gli editori dei fumetti bellici, alcuni dei quali avevano anche aderito all'autocensura della Garanzia Morale, si guardavano bene dall'attirare inopportune attenzioni anche su questi prodotti già esecrabili in sé per l'esaltazione di valori negativi come la glorificazione della guerra.  Esiste un libro del 1973 di Claudio Carabba dal titolo Il Fascismo a Fumetti (Ed. Guaraldi) che è una buona dimostrazione di come anche i fumetti di guerra abbiano sofferto dell'umore censorio di quegli anni. Nel capitolo dedicato al fumetto "ferocemente nostalgico" del dopoguerra, si parla con toni pesanti di quanto fossero "fascisti" i fumetti a sfondo bellico, anche se gli eroi erano gli Alleati! Carabba cita Eco (da "Fascio e Fumetto",  L'Espresso, Maggio 1971):
[...] tutta l’impostazione di questa produzione è più o meno inconsciamente fascista. Vi è di fascista la santificazione della guerra, occasione nella quale occorre essere violenti e fare cose anche terribili, perché superiori ragioni lo richiedono; vi è l’esaltazione dell’ardimento, del valore muscolare, della bella morte, del sacrificio pressoché gratuito, della dimostrazione del proprio valore a tutti i costi; vi è l’esaltazione dell’ufficiale duro e inflessibile, del gregario deciso, del sergente istruttore disposto a far crepare i suoi uomini pur di farne dei veri soldati.
Ai lettori di Hessa Carabba riserva anche un trattamento peggiore definendoli "imbecilli" (pag.184), per il solo fatto che Hessa è dichiaratamente nazista. E si scaglia contro il personaggio in maniera velenosissima. Per farvi un'idea di quello che dice, cliccate qui: potrete leggere un capitolo di un saggio di  Federico Mataloni che in questa parte attinge - pesantemente - al testo di Carabba (Hessa viene esaminata a metà pagina circa).

disegno di Nevio Zeccara
Vi rimando al prossimo post per il prosieguo del discorso, ché mi sono dilungato un po' troppo. Nel frattempo, se non avete mai letto Hessa, potete scaricarne qualche numero da questo sito. Purtroppo vi potrete fare solo un'idea del personaggio, a meno che non parliate finlandese... L'autore del sito si è infatti preso la briga di tradurre nella sua lingua tutti i baloon. Credo che costui sia lo stesso che gestisce un bellissimo blog chiamato The Groovy Age of Horror in cui si  parla anche dei nostri fumetti erotici degli anni '70 e '80, in chiave un po' diversa da come facciamo qui ma sempre con molta passione. Anche lì potete trovare qualcosa su Hessa, stavolta in inglese.

(Per leggere la seconda parte dell'articolo, clicca qui)


7 commenti:

  1. Sermpre ottimo e interessantissimo il tuo blog, complimenti!
    Conosco bene il saggio che citi ("Il fumetto nero nell'Italia del boom") che scaricai e stampai già diversi anni fa: contiene un punto di vista che in parte condivido, beninteso contestualizzando il discorso. Oggi rileggere Hessa - che leggevo clandestinamente da adolescente, insieme ad altre tonnellate di fumetti "proibiti" - fa quasi tenerezza...
    Aspetto la seconda parte dell'articolo!
    Ancora complimenti.
    Orlando

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  2. Ciao Orlando, grazie mille per i complimenti, sei molto gentile.

    Hai fatto bene a citare il titolo del saggio, mi ero dimenticato di farlo. E condivido il fatto che sia un bel saggio - trovarne in rete di così approfonditi! -, anche se, come giustamente osservi, da contestualizzare (infatti contiene alcune opinioni molto vecchie talvolta riprese pari pari da testi di 30-40 anni fa).

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  3. Ciao Fede, bravo, articolo interessante.
    Non mi piace molto il titolo, ma non nego che sia di effetto, e probabilmente lo hai messo per quello :-)
    Saluti
    Raf

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  4. Ciao Raffaele, grazie. Sì beh, bisogna fare un po' i sensazionalisti ogni tanto :-)

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  5. Hessa si può vedere nell'ottica della tendenza (eccessiva e genialoide) degli Italiani di prendere un fenomeno popolare di intrattenimento e "portarlo a 11", pigiando a tavoletta sul fattore "exploitation".

    Così come nel western noi inventammo lo spaghetti western cinico e bastardo, nel poliziesco inventammo con Merli, Merenda e Milian i poliziotteschi che facevano il verso a Dirty Harry, dagli zombie romeriani traemmo intere saghe a base di frattaglie e morti ambulanti...dalle avventure un po' "Dove osano le Aquile" e un po' "Collana Eroica" ce ne uscimmo con questo sex-nazi-exploitation con la pornovalchiria delle SS.
    Il problema è che molti neofascisti e neonazisti italici non capivano l'ironia della cosa e lo leggevano proprio per esaltarsi!

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  6. Eh eh caro anonimo, davvero un intervento interessante con un punto di vista che non avevo considerato, e che per certi versi è applicabile a tutto il filone erotico. Tra l'altro non solo si esaltavano i neo-nazisti, ma pure i critici che li condannavano. C'è anche da dire però che, a differenza dell'horror, del western ecc, il nazismo è uno di quei temi delicati che tende ad essere preso sul serio.
    Federico

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  7. per la precisione: il titolare del blog "groovy age horror blog" e' il Curt Purcell (statunitense) mentre le scansioni tradotte in finlandese sono di Yaakko, appunto un mega collezionista finlandese di fumetti italiani che ogni tanto viene ospitato nel blog americano.

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