lunedì 18 gennaio 2010

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Kirbi Flint

Prima o poi bisognerà parlare degli spaghetti western a fumetti. Quel filone bellissimo degli anni '70 che si rifà al cinema (persino nei nomi dei personaggi: Trinità, Sartana, Sabata...) e reinventa le caratteristiche fondanti dell'eroe trasformandolo da infallibile paladino della giustizia a dongiovanni smaliziato e buontempone che non si prende mai troppo sul serio.
Caratterizzazione che nel fumetto italiano diventò merce apprezzata solo a partire dal 1975 grazie a Mister No - che naturalmente non è uno spaghetti western ma rappresenta il punto di svolta per quanto riguarda questo modo di intendere l'eroe.

Da Tex a Mister No lo scarto è bello grande, ma il mutamento è stato graduale, forse anche grazie a tutte quelle piccole testate western che hanno fatto tanti piccoli passi in questa direzione a partire dalla seconda metà degli anni '60 e fino a tutti i primi '70. Una di queste serie un po' dimenticate è Kirbi Flint. Kirbi Flint ben rappresenta le contraddizioni di un fumetto che avrebbe voluto staccarsi dai canoni classici dell'eroe virtuoso del west e invece ne rimane intrappolato e soffocato.


Pubblicato tra il 1971 e il 1972, chi lo acquistò in edicola probabilmente al principio pensò trovarsi di fronte ad un altro western non difforme dai vecchi criteri: l'editore era la Casa Editrice Dardo (che di western old style se ne intendeva), e l'autore dei testi e dei disegni Antonio Canale, grande maestro della scuola classica del Vittorioso e dunque con un'impostazione stilistica di stampo marcatamente tradizionale. Invece parla di un giovane ragazzo che già dal suo aspetto e dal suo modo di fare intende mettere bene in chiaro il fatto di non essere un eroe tutto d'un pezzo, ma anzi un ragazzaccio scapestrato e con tanta voglia di divertirsi, per quanto la sua posizione sociale (è uno "scout") lo gravi già del fardello della responsabilità.

E non incarna la perfezione. E' indeciso sul da farsi, è impetuoso e irruento, sbaglia spesso valutazione e si lascia guidare da cow-boy più anziani ed esperti:


E non è di ghiaccio. Non è affatto insensibile al richiamo femminile:


Persino nei dialoghi stessi c'è una presa di distanza dal western classico, ad esempio quando un personaggio commenta in maniera sarcastica quei baloon ridondanti tipici dei fumetti degli anni '50:


Sfortunatamente tutte queste buone intenzioni durarono poco, e numero dopo numero il personaggio cambiò fisionomia riavvicinandosi al modello standard, perdendo le sue interessanti peculiarità e tornando all'appiattimento della conformità. Cosa che ne decretò la chiusura dopo soli 7 numeri.

Collezionisticamente parlando:

Escono 7 numeri. Gli albi sono formati da 112 pagine più copertine, ma gli episodi di Kirbi Flint sono di sole 64 tavole. Il resto è riempito da storie western autoconclusive di autori ignoti, alcune delle quali di produzione Fleetway.

Come "appendice" alla nostra Rubrica sulle Inesattezze della Guida di Bono, possiamo aggiungere un'informazione che certamente farà drizzare le orecchie ai collezionisti: oltre al n.3 che uscì con poster allegato (citato dalla Guida), anche il n.1 uscì con un regalo, l'Amuleto di Kirbi Flint:



La foto proviene dalla collezione privata di un amico, e secondo me si tratta di un gadget per niente comune. Invece la copia che ho io nella mia collezione ha un'altra caratteristica interessante: un timbro "OMAGGIO" in copertina:


Non so come e perché l'albo venne dato omaggio. Le ipotesi possono essere tante, per esempio potrebbe essere stato distribuito come promozione ad una fiera... Qualcuno ha qualche informazione più precisa?

Infine, la serie venne successivamente raccolta in due volumi con delle belle copertine di Carlo Jacono:


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