Con questa nuova puntata della Rubrica sui Fumetti Neri iniziamo ad addentrarci in sentieri poco esplorati e spero interessanti. Un viaggio che prenderà forma strada facendo anche col vostro aiuto, se vorrete. Data la lunghezza di quello che vorrei dire questa volta, dividerò la puntata in due parti. Questa sarà un po' teorica. Dalla prossima - online tra 3 giorni - torneremo ad essere più pratici come da titolo. A presto! Federico
Ridefiniamo il Genere
I collezionisti sono da generazioni assuefatti ad un concetto di collezionismo secondo il quale la "grandezza" della collezione, intesa nel senso materiale di "quantità di albi", è un fattore molto importante. Possedere una collezione di svariate migliaia di albi è motivo di prestigio. Se poi la raccolta segue anche un filo conduttore particolare (20.000 fumetti Disney o 15.000 fumetti neri) il prestigio è doppio. Per questo i collezionisti tradizionali hanno accettato negli anni una suddivisione del materiale collezionistico in macro-aree di interesse (anteguerra, neri, Disney, supereroi, ecc.), hanno stabilito cosa rientra nella classificazione e cosa no - definendo in tal modo i limiti della propria raccolta - e si sono messi a raccogliere il materiale prescelto. Per tutta una serie di ragioni (che ho tentato di analizzare nel mio recente articolo pubblicato su Fumetto n.73) questo modo di collezionare non funziona più e la collezione sta diventando sempre più mirata e circoscritta ad una quantità di albi notevolmente minore.
Questo fenomeno sta portando alla luce dei gravi errori di classificazione delle varie testate all'interno delle suddette macro-aree, errori che per moltissimi anni sono stati ignorati dai collezionisti. Costoro infatti hanno accettato acriticamente per decenni delle classificazioni sommarie che non tenevano conto dell'effettivo contenuto delle testate, ma che erano unicamente funzionali alla raccolta smisurata che veniva praticata in passato. Il campo dei fumetti neri è quello che più di ogni altro ha risentito di tutto questo. I fumetti neri in senso stretto sono molto pochi, per questo è stato necessario, al fine di creare una macro-area, agganciare al gruppo tutta una serie di generi collaterali a volte collegati tematicamente ai neri, altre volte invece senza nessuna relazione con essi se non, magari, per il fatto che erano pubblicati dagli stessi editori dei fumetti neri o in virtù di altre molto labili associazioni di idee (come il formato dell'albo!).
Credo che sia di grande importanza ridare dignità di genere ai vari gruppi collaterali che sono stati inglobati nel mare magnum dei neri. Questa ridefinizione è utile non solamente in una prospettiva di studio storico-fumettistico e storico-sociale, ma anche perché all'atto pratico - che è quello che ci interessa in questa sede - permette ai collezionisti di oggi di modellare la propria collezione di neri (e affini) seguendo i criteri più moderni di una collezione ristretta, mirata e specifica. Che poi, se avete seguito le puntate precedenti, è anche quello che vi consiglio di fare (vedi ad esempio la 2a Puntata).
Ripartiamo dalla lista fatta da Marco Sanna per IF n. 6 del Dicembre 1996, che è il tentativo più importante e completo che io conosca di definire i limiti del genere nero inteso come macro-area. La lista la potete trovare cliccando qui. Sanna stesso si premura di indicare che non tutto è effettivamente "nero propriamente detto", ma molte testate appartengono ai "neri gialli", ai "neri western" ecc. Tuttavia la suddivisione è puramente intuitiva e non rigorosa, non considera il grado effettivo di relazione col genere "propriamente detto", non riesce a classificare tutta una serie di testate (raccolte nel gruppo "neri vari") e contiene dei veri e propri errori di classificazione, come ad esempio l'inserimento di Milord o Al Capone tra i "neri propriamente detti". L'errore che fa Sanna, e l'errore che sta alla base della classificazione in macro-aree, è in sostanza quello già denunciato da Vladimir Propp nel suo storico (e meraviglioso) saggio del 1928 Morfologia della Fiaba: la classificazione non dovrebbe partire da sé stessa; non si dovrebbe "cominciare dalla classificazione, inserendovi materiale dall'esterno" ma andrebbe invece dedotta dall'analisi delle caratteristiche degli oggetti investigati. In sostanza, Sanna si è creato dei contenitori, li ha chiamati "neri propriamente detti", "neri gialli", "neri western" ecc. e li ha poi riempiti di testate. Nel campo delle macro-aree, è stato creato il contenitore "neri" ed è stato poi riempito di testate. Credo che sarebbe possibile, utilizzando l'approccio formalista di Propp, identificare tutti i generi specifici della macro-area dei neri con certezza scientifica. Del resto si tratta per lo più di trame standard e ricorrenti di cui è possibile esaminare la struttura. Naturalmente non farò una cosa del genere, che richiederebbe mesi di studio nonché il possesso di una quantità smisurata di albi.. Però anche se ci basiamo su categorie più impressionistiche è senz'altro possibile evidenziare la ricchezza del panorama fumettistico che viene generalmente etichettato come "nero".
Diremo quali sono i "neri propriamente detti" in una delle prossime puntate. Per il momento, per capire meglio il terreno in cui ci muoviamo e il metodo di indagine, nel prossimo post daremo un'occhiata a quelli che Sanna racchiude nel gruppo dei "neri gialli".
(continua...)
Innanzitutto, complimenti per l'articolo che ti è stato pubblicato sulla rivista Fumetto dell'Anafi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'argomento in oggetto, penso che sia necessario stabilire preventivamente se con "fumetti neri" ci si intenda riferire in generale, senza limiti temporali, a quei fumetti che in assoluto abbiano le caratteristiche proprie del genere nero, così come inteso nei vari tipi di produzione narrativa (letteratura e cinema, oltre che fumetto), ovvero se, viceversa, si voglia dibattere specificamente di quel fenomeno, prettamente italiano, sviluppatosi fra il 1962 ed i primi anni '70. In questa seconda ipotesi occorrerebbe eliminare da un eventuale censimento gli albi contenenti materiale di produzione straniera (tranne nel caso di personaggi stranieri proseguiti in Italia ed adattati più nettamente al Nero italiano), quelli pubblicati in anni precedenti al 1962 (che spesso vengono "a forza" fatti rientrare nel genere, trattandosi magari, invece, di semplici polizieschi) e quelle testate, che, pur recando la dicitura "per adulti", presentavano fumetti con caratteristiche differenti rispetto al "nostro" genere (storie romantiche, etc.); andrebbe, inoltre, scartata la produzione successiva ai primi anni '70, che potremmo definire tardo-nera. In ultimo andrebbero eliminate dal censimento (come tu hai già detto) quelle testate che, pur pubblicate da editori specializzati nel genere Nero (Cancellieri, etc.), con tale genere non avevano nulla a che vedere. Viceversa, manterrei senz'altro in elenco i Neri di ambientazione atipica (western, fantascientifica, fantasy, esotica, etc.).
Occorrerebbe, infine, cercare di stabilire un confine (che non potrà, comunque, certamente essere netto, né dal punto di vista dei contenuti, né tantomeno da quello della data di pubblicazione) fra il Nero e l’Erotico. Quest'ultimo genere, a mio avviso, si va diversificando rispetto al precedente a partire dalle pubblicazioni dell’Editrice 66, con il netto prevalere dell'elemento erotico sulle altre caratteristiche.
P.S.: Ho pronte altre foto ed info "pro Bono".
Caro aumald, grazie per il prezioso intervento. Le questioni che poni sono tutte estremamente pertinenti. Con la 9a puntata della rubrica, ho provato a esprimere il mio punto di vista e in parte ho cercato di dare delle risposte, che naturalmente sono lieto di discutere con te e con gli altri.
RispondiEliminaHai ragione nel dire che è necessario chiarire cosa si intende per "nero". Se non si parte da una definizione non si arriva da nessuna parte. Pur considerando, in questa rubrica, il nero come il fenomeno italiano 1962-70 (cosa che già ci permette di escludere alcune cose) il problema rimane quello di capire cos'è che rende un fumetto "nero", le caratteristiche strutturali che deve avere. A questa domanda non ho risposto perché... non è affatto facile.
Fede.
PS: manda pure le nuove info "pro Bono"! Grazie!