(Per leggere la prima parte dell'articolo clicca qui)
Possiamo considerare le opinioni di Umbero Eco nei confronti del fumetto bellico e quelle di Claudio Carabba nei confronti di Hessa esemplificative di un punto di vista largamente condiviso, all'epoca, dalla società più conservatrice. Senza entrare troppo nel dettaglio, è evidente che denotano un approccio intransigente e fazioso non solo in base agli attuali criteri di giudizio ma proprio in relazione all'effettiva e concreta bontà delle accuse inquadrate nel loro contesto storico.
Eco definisce fascista la santificazione della guerra, l'esaltazione dell'ardimento, del sacrifico ecc, tutte circostanze che possono essere considerate a buon diritto metodi di propaganda bellica appartenenti a ogni società, ad ogni governo e ad ogni colore politico, non necessariamente al fascismo. E non considera che sono anche componenti prettamente narrative, funzionali alla rappresentazione dell'eroe, e compaiono in forme un po' diverse anche in altri generi (ad esempio nel western). Carabba dal canto suo accenna ad un certo dramma interiore di Hessa per quanto riguarda la sua condivisione degli ideali nazisti, salvo poi parlare unicamente (per distruggerli con facilità) dei momenti in cui la protagonista aderisce completamente alla visione nazionalsocialista. Tralascia invece di esaminare la componente conflittuale che invece è di centrale importanza.
Eco definisce fascista la santificazione della guerra, l'esaltazione dell'ardimento, del sacrifico ecc, tutte circostanze che possono essere considerate a buon diritto metodi di propaganda bellica appartenenti a ogni società, ad ogni governo e ad ogni colore politico, non necessariamente al fascismo. E non considera che sono anche componenti prettamente narrative, funzionali alla rappresentazione dell'eroe, e compaiono in forme un po' diverse anche in altri generi (ad esempio nel western). Carabba dal canto suo accenna ad un certo dramma interiore di Hessa per quanto riguarda la sua condivisione degli ideali nazisti, salvo poi parlare unicamente (per distruggerli con facilità) dei momenti in cui la protagonista aderisce completamente alla visione nazionalsocialista. Tralascia invece di esaminare la componente conflittuale che invece è di centrale importanza.
Disegno di Nevio Zeccara
Sturmtruppen di Bonvi, striscia n.3085
Ma è invece il biondo e teutonico Franz Huntmann, Il Sergente di Ferro:
Non perde tempo l'amico Franz a dirci che non vede di buon occhio il suo datore di lavoro, ma ci fa vedere anche che è un soldato ligio al dovere:
Da Franz n.1, prima tavola, dis.?
Da Franz n.1
Ma la cosa più interessante è data dal fatto che gli autori, dovendo costruire tutta l'impalcatura di questa conflittualità repressa, hanno dovuto lavorare molto sullo spessore psicologico e sulla vita personale del protagonista, cosa quanto mai strana per questo genere di fumetti, solitamente votati all'azione pura. E così, ecco che ci viene raccontato anche di quando Franz va in congedo e torna dalla sua famiglia!
Da Franz n.1
Anche in Hessa, come abbiamo detto, il conflitto personale è centrale, ma il tutto è complicato da altri aspetti della vicenda. La lotta interiore di Hessa non è soltanto dovuta a questioni etiche legate al nazismo. Il problema è anche quello dell'emancipazione femminile: chi vuoi essere, Hessa? La moglie fedele del focolare...
...o una donna tutta d'un pezzo e con la sua forte identità?
Collezionisticamente Parlando:
Hessa viene pubblicata dalla Casa Editrice RG in 47 numeri, dall'Ottobre del 1970 all'Agosto del 1972. I disegni sono degli artisti dello Studio Rosi. Nei nn. 16 e 17 è allegata una cartolina.
Franz è pubblicato da Seper a partire dal Giugno del 1970 fino al Settembre del 1971. Escono 8 numeri (con periodicità irregolare), ma gli ultimi 4 non sono storie inedite bensì ricopertinati dei numeri precedenti.
Infine, se ci fosse tra i lettori del blog qualche fan del maestro spagnolo Jordi Bernet, segnalo che le immagini che ho mostrato la volta scorsa provengono da un numero dei Supplementi Guerra alla Collana Super Invincibili, serie di albetti prodotti per le buste sorpresa nei primi anni '70 (ma probabilmente la storia era già apparsa altrove precedentemente). L'immagine dell'albo è quella che appare a inizio post.
Nessun commento:
Posta un commento